Teoria quantistica cos'è e cosa dimostra

Teoria quantistica: cos’è e cosa dimostra

Se siete arrivati su questa pagina siete senz’altro alla ricerca di informazioni e maggiori dettagli su quella che viene chiamata la cosiddetta “Teoria quantistica”. Un argomento molto dibattuto negli ultimi tempi e che suscita sempre un certo interesse nel mondo scientifico e non.

Ma cosa c’è di reale in tutto ciò? Proviamo a scoprirlo andando innanzitutto a definire da dove nasce questa teoria, a cosa è collegata e quali sono le basi che la scienza ci fornisce per analizzare e approfondire la tematica.

Cos’è la teoria quantistica

Si parta col considerare questa teoria si basa per lo più sulle riflessioni e le considerazioni portate avanti da due scienziati, Stuart Hameroff e Roger Penrose. Il primo, un medico anestesista e il secondo, un fisico, hanno sviluppato le teorizzazioni quantistiche affermando che è possibile spiegare in maniera concreta e definita il funzionamento della nostra coscienza.

Non solo: grazie ai loro studi si sarebbe trovata conferma dell’esistenza dell’anima e si sarebbe data una spiegazione ai meccanismi che regolano la morte e la resurrezione. Il tutto, spiegano i due scienziati, è collegato alla presenza di microtubuli all’interno dei neuroni, dei veri e propri prodotti chimici quantistici che avrebbero l’importante ruolo di andare a formare la nostra anima.

La coscienza e l’anima alla base della teoria quantistica

Come avrete capito, la coscienza e l’anima sono elementi centrali all’interno della teoria quantistica: per capire a fondo il cuore delle argomentazioni di Hameroff e Penrose, si deve pensare alla coscienza come un insieme di contenuti quantistici presenti nel cervello che fuggirebbero dal sistema nervoso al momento della morte, per fare ritorno nell’Universo.

La stessa anima umana sarebbe costituita dalla stessa sostanza dell’Universo ed esisterebbe fin dall’inizio dei tempi. Essa non muore con il corpo ma si distribuisce all’interno dell’Universo e le informazioni presenti in essa non vengono perse, visto che, a detta dei due scienziati, può sopravvivere a tempo indeterminato al di fuori del corpo.

Teoria quantistica: quali basi scientifiche?

Se avete compreso poco delle parole elaborate dai due scienziati, va detto, non siete i soli: allo stato attuale la comunità scientifica non ha avuto modo di trovare nessun riscontro effettivo con le basi della teoria che per ora non ha mostrato alcuna controprova sperimentale.

L’unico aspetto che ha convinto il mondo scientifico e sul quale tutti convengono è l’osservazione di proprietà quantistiche vibrazionali all’interno dei microtubuli presenti nei neuroni. E’ altrettanto confermato però che questo non contribuisce a dare forma ad una coscienza universale e tantomeno dà la possibilità di dare riscontro all’esistenza dell’anima.

A contrapporsi alle teorie quantistiche è stato soprattutto un altro scienziato del Mit di Boston, tale Max Tegmark, che ha evidenziato problemi e incompatibilità nelle argomentazioni dei due scienziati depositari della teoria quantistica: gli esperimenti hanno infatti dimostrato una desincronizzazione delle funzioni d’onda quantistiche e la relativa perdita delle informazioni in esse contenute, ad una velocità di 10 miliardi di volte più veloce rispetto a quanto teorizzato da Penrose.

Il futuro della teoria quantistica

Come avviene di norma, tutte le teorie scientifiche hanno bisogno di tempo per essere approfondite, sviscerate, analizzate e sperimentate nel profondo. Lo si sta già facendo rispetto ad altri aspetti dell’argomento degli effetti quantistici sui fenomeni macroscopici: in particolare sono oggetti di intensi studi argomenti come il funzionamento dei laser, le proprietà dei superconduttori o la longevità del Sole.

Questo vuol dire che non è da escludere affatto che i risultati dei due scienziati possano avere delle evoluzioni che ne attesteranno la validità. Al momento attuale, purtroppo viene da dire, non abbiamo ancora nessuna conferma sull’origine e la natura della nostra coscienza e della nostra anima.

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