La Riforma sulla prescrizione: lo sciopero degli avvocati penalisti
Pare che sia cosa fatta per quanto riguarda la Riforma di Giustizia che ha il Governo ha approvato in Parlamento che riguarda l’estinzione dei “termini di prescrizione”. Pare che questa decisione stia indignando e non poco tutti gli avvocati d’Italia: dal miglior avvocato penalista Roma a quello di Milano e Messina. Nessuno escluso, si dà avvio allo sciopero generale degli avvocati proprio durante tutta la prima settimana di dicembre che ha deciso di manifestare il proprio dissenso. Tutti i giuristi si sono riuniti sotto Piazza Cavour, sede della Cassazione.
Cosa sono i termini di prescrizione?
La prescrizione è un “istituto giuridico che prevede la perdita di un diritto che scatta a seguito del suo mancato esercizio entro un termine prefissato dalla legge”. In poche parole, soprattutto in campo penale, con il passare degli anni viene meno l’interesse dello Stato a punire una cattiva condotta che si è tenuta molto tempo addietro.
Inoltre, viene meno anche il diritto che la Costituzione sancisce per il reinserimento in società di chi ha commesso un reato e permette di non allungare troppo i tempi processuali.
L’ Articolo 157 del Codice penale modificato dalla legge 5 dicembre 2005 n. 251 afferma “decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge e comunque un tempo non inferiore a sei anni se si tratta di delitto e a quattro anni se si tratta di contravvenzione, ancorché puniti con la sola pena pecuniaria”.
Per quali motivi avvengono i rinvii dei processi?
Nel 2000 la Camera penale di Roma ha analizzato i motivi per cui avvengono i rinvii dei processi. Il risultato è stato sorprendente, la causa di questi rinvii non è collegata a strategie di qualche avvocato “furbo”.
La terribile verità è che le Procure sono cariche di lavoro e la macchina della Giustizia è terribilmente lenta! Inoltre, da questa analisi è uscito fuori che il 70% delle lungaggini nei processi vengono commesse durante le indagini preliminari. Processare un imputato a distanza di molti anni non ha più senso la pena, che deve acconsentire la rieducazione del reo. Allo stesso modo, condannare qualcuno a molta distanza da quando ha commesso il reato, comporta la modifica delle prove rispetto ad una sentenza avvenuta in prossimità dell’accaduto.
Questo perché, col passare del tempo, il Tribunale può modificare totalmente il collegio e la sentenza viene portata semplicemente da una persona che ha solo letto i fascicoli e non ha mai partecipato al processo. Con questo, l’oralità del processo perde tutta la sua utilità.
Per questo motivo, è necessario che a giudicare sia colui che ha assunto le prove perché chi invece ha solo letto gli atti, si è perso una serie di informazioni utili scaturite durante la fase di dibattimento. Come ad esempio le contraddizioni di un testimone, l’atteggiamento dell’imputato o della parte civile oppure i balbettii durante gli interrogatori.
Come la pensano gli avvocati penalisti
La maggior parte degli avvocati penalisti, sono in linea con il Presidente delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza. Egli infatti afferma che è una Riforma della Giustizia realizzata a “furor di popolo” senza pensare alle reali conseguenze che l’entrata in vigore può portare. Innanzitutto, si parla di tempi lunghissimi per i processi penali, che risulteranno addirittura eterni se si pensa ai tre gradi di giudizio. Ed oltre ad essere una riforma inutile e soprattutto anticostituzionale perché non permette al reo di poter tornare tranquillamente nella società, essendo etichettato “imputato” per tutta la vita.
Per far fronte a questo disagio, tutti gli avvocati penalisti di Italia si sono riuniti in Piazza Cavour, sotto la sede della Cassazione mostrando il proprio dissenso abbandonando tutte le aule giudiziarie e svolgendo delle arringhe pubbliche nelle piazze.