Il Lavaggio Chimico della Caldaia: a che serve e come funziona

Il calcare e i fanghi sono i nemici silenziosi dell’efficienza della caldaia e dell’intero impianto di riscaldamento. Con il passare del tempo, i depositi minerali e i residui di corrosione si accumulano all’interno dello scambiatore di calore e nei tubi, riducendo drasticamente le prestazioni e aumentando i consumi.

Per combattere questo problema, l’intervento risolutivo è il lavaggio chimico della caldaia, noto anche come risanamento o decalcificazione dell’impianto. Non si tratta di una semplice manutenzione ordinaria, ma di una procedura specialistica che restituisce all’impianto la sua efficienza originale.

Grazie alle dritte di tecnicocaldaiaroma.it, specializzati in lavaggio chimico della caldaia a Roma, vediamo in dettaglio in cosa consiste questo processo, perché è necessario e come viene eseguito da un tecnico qualificato.

Perché è necessario il lavaggio chimico alla caldaia: i danni del calcare e dei fanghi

L’acqua che circola nell’impianto di riscaldamento (e soprattutto quella usata per l’acqua calda sanitaria) contiene minerali, in particolare calcio e magnesio, che si depositano sulle superfici metalliche più calde. Questo fenomeno è accentuato dall’alta temperatura.

I danni principali sono due:

  • Scambiatore ostruito (a causa del calcare): Nello scambiatore di calore, il deposito di calcare agisce come un isolante termico. Questo strato impedisce al calore prodotto dalla combustione di trasferirsi efficacemente all’acqua. Di conseguenza, la caldaia deve lavorare di più e per più tempo per raggiungere la temperatura desiderata, causando sprechi di gas e, nei casi gravi, il blocco dell’erogazione di acqua calda sanitaria.

  • Circolazione bloccata (a causa dei fanghi): Nei vecchi impianti o in quelli non trattati, la corrosione interna genera fanghi ferrosi che possono ostruire valvole, pompe e scambiatori.

Il lavaggio chimico è l’unica via per disincrostare l’impianto in profondità.

Come funziona la procedura di lavaggio chimico

Il lavaggio chimico non è una pulizia manuale; è un processo che sfrutta l’azione di prodotti chimici specifici per sciogliere i depositi all’interno delle componenti interessate. Vediamone le fasi principali.

Fase 1: isolamento e collegamento

Il tecnico delle caldaie inizia isolando la caldaia dall’impianto idrico domestico e dal circuito di riscaldamento (se il lavaggio è esteso a tutto l’impianto). Successivamente, collega un’apparecchiatura specifica, chiamata pompa di lavaggio (o pompa disincrostante), direttamente ai punti di accesso della caldaia (solitamente i tubi di mandata e ritorno dell’acqua).

Fase 2: introduzione del prodotto chimico

All’interno della pompa viene caricata una miscela di acqua e prodotti chimici decalcificanti (solitamente acidi tamponati). Questi prodotti sono formulati appositamente per sciogliere i depositi di calcare, ruggine e fango, ma sono tamponati per non danneggiare le guarnizioni, gli scambiatori in rame o acciaio e i componenti interni della caldaia.

Fase 3: la circolazione forzata (ciclo di lavaggio)

La pompa di lavaggio viene attivata e costringe la soluzione chimica a circolare ad alta velocità e pressione all’interno dello scambiatore e del circuito (spesso invertendo più volte il senso di marcia). La durata del ciclo varia a seconda del grado di incrostazione, ma di solito richiede almeno 1 ora. L’obiettivo è permettere alla soluzione acida di agire, sciogliendo e disgregando i depositi.

Fase 4: risciacquo e neutralizzazione

Una volta completato il ciclo di pulizia e dopo che tutti i residui sono stati disciolti, la caldaia viene scollegata e il tecnico esegue un risciacquo accurato con acqua pulita.

Questa fase è seguita da un’operazione cruciale: l’introduzione di un liquido neutralizzante. Poiché la soluzione di lavaggio è acida, è obbligatorio neutralizzare il pH dell’acqua residua prima di scaricarla nella rete fognaria, in conformità con le normative ambientali.

Fase 5: protezione finale (condizionamento)

Per garantire un effetto duraturo, il tecnico introduce nell’impianto un prodotto condizionante o inibitore di corrosione. Questo liquido protettivo crea una pellicola sulle superfici interne, ritardando la formazione di nuovi depositi di calcare e prevenendo la corrosione futura.

Quando effettuare il lavaggio chimico

Il lavaggio chimico non ha una cadenza fissa come la manutenzione annuale, ma diventa necessario quando si presentano sintomi specifici:

  1. Bassa efficienza ACS: L’acqua calda sanitaria non esce alla temperatura desiderata o impiega troppo tempo per scaldarsi.

  2. Aumento delle bollette: Un aumento ingiustificato dei consumi di gas indica che la caldaia sta sprecando energia a causa di un isolamento termico dovuto al calcare.

  3. Rumorosità: La presenza di rumori anomali all’interno della caldaia (come gorgoglii o sibili) può indicare la presenza di depositi sullo scambiatore.

  4. Necessità preventiva: Dopo l’installazione di una nuova caldaia a condensazione su un impianto vecchio, è prassi eseguire un lavaggio per proteggere il nuovo apparecchio dai fanghi e dalle incrostazioni preesistenti.

Lavoro fai da te? Assolutamente no!

Il lavaggio chimico è un intervento complesso che richiede esperienza e strumentazione specifica ma che consente di prolungare la durata e l’efficienza della caldaia (leggi anche questo articolo). L’uso di acidi non tamponati o un risciacquo incompleto possono danneggiare irreparabilmente le componenti interne e le guarnizioni della caldaia. Affidarsi a tecnici qualificati garantisce la risoluzione del problema, la sicurezza dell’intervento e l’utilizzo di prodotti chimici conformi alle normative. Un lavaggio mal eseguito, può compromettere l’integrità dell’impianto termico con costi ben superiori a quelli del lavaggio stesso.

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